Diodato: si conclude la due giorni siciliana di un vero Artista!
Si è conclusa la due giorni siciliana del cantautore Diodato, in concerto il 26 agosto a Catania e il 27 a Palermo.
La sottoscritta ha avuto il piacere di assistere al concerto di Catania, nella favolosa location del Cortile Platamone.
Per una serie incredibile di accadimenti, non sono mai riuscita ad essere presente ad un live di Diodato, purtroppo, aggiungerei.
Finalmente il 26 agosto u.s., riesco nell’intento. Chi anela a raggiungere un traguardo, spesso, anzi sempre, ha aspettative molto alte, che poi in quanto tali, non vengono quasi mai rispettate, soprattutto in virtù del fatto che sono veramente elevate.
Volutamente, quindi, ho deciso di non averne, di non pensare a come sarebbe stato, a cosa sarebbe successo, non ho attivato quella cosa fantastica che è l’immaginazione, l’ho messa in stand by.

Il Cortile Platamone, di per sé, è già una location che crea un’aurea fiabesca. Avere la facoltà di incorniciare un live, tra quelle mura è veramente fantastico.
L’inizio del concerto mi ha fatto capire, che c’era poco da immaginare, l’ideale non avrebbe potuto essere più bello della realtà.
Sono bastate poche note per capire, che era partito un concerto che ci avrebbe lasciato tutti a bocca aperta.
E così è stato. Qualsiasi forma di aspettativa è stata superata.
La band che accompagna Diodato è di altissimo livello.

Forse, è un pensiero personale ed in quanto tale opinabile, in pochi assocerebbero la parola “Adrenalina” a Diodato, che ha sempre questo aspetto sereno, calmo, quasi ascetico.
In realtà, Antonio, è un artista che il palco lo fa suo, lo morde a grandi pezzi e lo strapazza, quasi a far capire chi comanda.
L’associazione “Diodato – Adrenalina” è perfetta. Grandi suoni, arrangiamenti pazzeschi, luci magnifiche che incorniciano il tutto.
La band, come dicevo, è costituita da elementi di grandissimo valore.

Ne voglio citare due per tutti. Al basso c’è Gabriele Lazzarotti. Un omone che se non lo vedi col suo basso, lo scambi tranquillamente per un personal trainer. Quando imbraccia lo strumento, sembra quasi, in proporzione, un bambino con una chiave inglese giocattolo. Poi inizia a suonare e capisci che con le sue braccia muscolose, le sue mani e il basso riesce a fare magie e a rendere protagonista uno strumento, che spesso viene considerato, sbagliando ovviamente, secondario.
Alla sinistra di Diodato, c’è un altro numero uno Rodrigo D’Erasmo. A chi segue la musica seria, non quella parlata con una base unica che va bene per tutti, non devo presentare D’Erasmo. Un numero uno tra i musicisti. Quando l’ho conosciuto qualche anno fa, suonava il violino. E già questa è un’affermazione riduttiva, perché difficilmente prima di conoscere Rodrigo, si può capire come si può realmente suonare un violino e che suoni si possono produrre.

Negli anni gli ho visto suonare la chitarra, lo ritrovo, tra le altre cose a suonare le percussioni. Basta la parola “musicista” per racchiudere Rodrigo D’Erasmo? No! Non basta.
Durante il concerto ci sono stati momenti in cui un filo invisibile ha unito la voce di Diodato alle note del violino di Rodrigo. Era un filo invisibile, ma in realtà l’abbiamo visto tutti, lo potevi toccare, percepire era lì.
Sembra semplice pensare ad un tale alchimia, ma non lo è. Non è facile fare arrivare una magia del genere ad un pubblico, a persone che non sono musicisti, ma loro ci sono riusciti.
Se avessi potuto, sarei andata anche a Palermo, dove, sono certa, il concerto sarà stato altrettanto bello.

Posso assicurarvi che ancora adesso ho l’adrenalina addosso. Difficile da mandare via. Così come è difficile cancellare certi suoni e certe immagini.
Quando incontrate un cartellone che annuncia il concerto di Diodato, comprate il biglietto ad occhi chiusi ed andate.
Artisti come Antonio ce ne sono pochi, perché lui è un vero artista ed in quanto tale è unico, ma andrebbe clonato, moltiplicato per far capire cos’è la vera musica, cosa significa la parola “Artista” con la A maiuscola.
Valeria C. Giuffrida Instagram

